Come lei, molte persone affette da Sindrome Metabolica sono perfettamente consapevoli delle loro problematiche e dei rischi che corrono per l’insorgenza di malattie cardiovascolari, renali, oculari, epatiche, diabete ecc... Molti hanno consultato medici, dietologi, nutrizionisti, hanno dei foglietti con il piano alimentare chiusi dentro il portafogli o dentro qualche cassetto, ma non riescono a seguire la dieta e a cambiare stile di vita.
Le diete si allontanano troppo dalle abitudini alimentari errate del paziente in cura. Più questa differenza è evidente, più il paziente si scoraggia e tende a mollare. Per esempio, una paziente di 120 Kg che si sente dire: “Beh, lei dovrebbe perdere 60 Kg”, vede quel traguardo irraggiungibile e si dirà: “Non ce la farò mai” “tanto vale non fare niente”; perché impegnarsi a raggiungere un obiettivo senza riuscirci significherebbe perdere e questo sarebbe un bell’attacco all’autostima. Sarebbe meglio darsi obiettivi realistici e a breve termine: “Vediamo se in un mese riusciamo a perdere 5 Kg”
La restrizione alimentare è rigida e categorica: “Si scordi i dolci!” “Pasta e pane neanche con il binocolo”. Ecco: provate a chiudere gli occhi e a NON pensare a un gatto giallo, MAI pensare a un gatto giallo. Che cosa avete immaginato? Appunto! Il cibo vietato diventa un’ossessione. A tal proposito è meglio concedersi uno strappo alla regola un po’ per volta.
Seguire una dieta significa prendersi cura di sé ed in questo abbiamo tutti delle difficoltà: significa volersi bene, non mettere sempre al primo posto gli altri (figli, genitori, coniugi ecc…), significa ricordarsi di avere dei bisogni, significa mettersi di fronte ai propri limiti (anche fisici, perché il corpo si ammala) e ripartire da lì e non da quando i problemi non c’erano.
Per concludere, la presa in carico del paziente con Sindrome Metabolica deve essere congiunta: la mente ed il corpo devono lavorare insieme, perché sono fortemente correlati. I migliori risultati secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si ottengono quando il paziente è seguito contemporaneamente da un professionista della nutrizione e da uno psicoterapeuta.
Per parlare di Sindrome Metabolica è necessaria la presenza di almeno tre dei seguenti fattori di rischio:
Dott.ssa Francesca Ambrogio
Psicologa Psicoterapeuta a Acilia (RM)
Psicologa Psicoterapeuta
Partita IVA 02657570806
Iscritta all'Albo degli Psicologi del Lazio num. 15416 dal 21/11/2007