Le persone che soffrono di Attacchi di Panico descrivono tutti la stessa scena: una paura intensa, che si manifesta all'improvviso, senza un motivo apparente e senza un pericolo preciso e individuabile.
Quello che spaventa in realtà è la reazione dell'organismo, reputata irrazionale, non spiegabile, perché all'improvviso il cuore inizia a battere all'impazzata e si avverte una fitta al petto, le mani sudano, si avverte un formicolio ovunque, si passa da brividi di freddo a vampate di calore, il respiro diventa affannoso, portando ad una sensazione di soffocamento, si prova senso di nausea o dolori addominali, come un attacco di colite.
Accanto a questi sintomi somatici, queste persone descrivono e temono i sintomi cognitivi associati all'Attacco di Panico: c'è una sensazione di sbandamento o svenimento, una paura intensa di morire (la prima cosa a cui si pensa è l'infarto), di perdere il controllo e soprattutto d'impazzire. Una caratteristica importante per la diagnosi d' Attacco di Panico è il criterio temporale: tutto queste sensazioni angosciose avvengono insieme, esordiscono all'improvviso e durano solo pochi minuti. Il problema principale è che avvenuto il primo Attacco di Panico (“Il maledetto”, lo chiamava un mio ex paziente), ne arrivano altri, ogni volta che la mente associa in maniera inconsapevole una situazione a quella vissuta nel primo Attacco di Panico. Per fare un esempio:
I dati che provengono dalla clinica ci portano ad individuare dei fattori implicati nella genesi di un Attacco di Panico.
In genere le persone che soffrono di questo disturbo sono personalità ansiose, con genitori ansiosi, per cui c'è in primo luogo un apprendimento di come si reagisce agli eventi: con l'ansia.
Si anticipano quasi sempre conseguenze catastrofiche.
Queste persone in linea di massima hanno difficoltà a raccontarsi in termini emotivi, a parlare di cosa provano e di come vivono le situazioni: questo comporta uno spostamento sul corpo di un vissuto emotivo.
Sono persone che hanno difficoltà a imporsi, vivono con disagio il discutere con gli altri per far sentire le proprie ragioni e si sentono in colpa quando sono costretti a dire dei no.
Si descrivono come non in grado di stare da sole, perché ci tengono alle relazioni e le considerano molto importanti.
Di fronte ad un cambiamento o una separazione hanno paura di non farcela o di non essere pronti, perché poco sicuri di sé.
Tutto ciò porta queste persone a vedersi come deboli ed è qui che s'insinua l'Attacco di Panico, che avviene sempre in corrispondenza di un cambiamento importante, per cui si chiedono: “ce la farò ad affrontare tutto questo, essendo così fragile?”
Quello che queste persone non riescono a vedere è che tutte queste caratteristiche sono risorse e non punti deboli, se visti dalla giusta prospettiva.
Dott.ssa Francesca Ambrogio
Psicologa Psicoterapeuta a Acilia (RM)
Psicologa Psicoterapeuta
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Iscritta all'Albo degli Psicologi del Lazio num. 15416 dal 21/11/2007